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Festival d'Avignon

12 avril 2008 6 12 /04 /avril /2008 17:37
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“MI SON PARON MI!”

Debuttato nel luglio 2007 al teatro Goldoni di Venezia in occasione del tricentenario della nascita dell’autore, lo spettacolo riprende vita al Teatro Carcano di Milano e continua il suo cammino in una tournée che lo porta nelle principali città italiane.


Una camera inserita in un’altra, una casa-cassaforte che pare rinserrata in sé e nella sua immutabilità, impedendo ogni incursione di una Venezia che preme tutt’intorno ed escludendo ogni tipo di sentimento o rapporto interpersonale. Uno spazio scenico fisso e particolarmente funzionale, atto a sottolineare la grandezza di un solo personaggio, attorno al quale, anche fisicamente, ruotano tutti gli altri e la cui presenza è tangibile anche quando è fuori scena: Todero.


Egli è un Pantalone che, assieme alla maschera, ha deposto le sue doti di mercante e la sua connotazione di bonario padre di famiglia per vestire i panni di un vecchio avaro e superbo, sempre pronto a ricavare un tornaconto economico da ogni situazione. Todero è padrone e servo della roba che ha accumulato e fa del motto “Son paron mi” la norma che regge il suo universo, in nome di quel denaro che egli pretende strumento di dominio delle esistenze altrui e elisir di lunga vita. 

Se Todero si allontana dai “cugini” Molieriani e dalla loro comicità intrinseca, è proprio per il suo “carattere odioso”, che raggiunge il suo apice nell’incontro con gli altri personaggi: un figlio succube (interpretato da un divertente Francesco Migliaccio), una nuora che accetta dimessamente fin quando non viene messa in causa la felicità della figlia, un fattore che lo ha sempre derubato, un servitore fedele (Franco Santelli, cui bastano poche battute per fare trasparire la sua professionalità) e due coppie di innamorati meno litigiosi e appassionati che altrove.

Una regia guidata dall’autore

Mai l’autore aveva disegnato un protagonista così inequivocabilmente e irrimediabilmente negativo, mai agli interpreti goldoniani era stata chiesta una prova attoriale di così grande spessore. Giulio Bosetti sembra sentirne tutto il peso scenico e, nonostante la sua profonda esplorazione dell’opera del drammaturgo veneziano, se ne avvicina e ne assume il ruolo solo ora, lasciandosi dirigere da Giuseppe Emiliani.  Con la sua recitazione che opera per sottrazione e che non cerca a tutti i costi il risvolto della comicità, egli ridona al personaggio quella forza che aveva perduto dopo tante interpretazioni, spesso volte ad un’eccessiva caratterizzazione.

Avvalendosi anche della grande esperienza e della perizia tecnica delle due prime donne Marina Bonfigli e Eleonora Fuser, Emiliani dà vita ad uno spettacolo rigoroso, elegante e di stampo classico, che non nasconde di lasciarsi guidare dall’autore.

Nonostante l’umanità sia ancora “ricca di vizi e di poche virtù”, il pubblico di oggi fatica a  rispecchiarsi nei personaggi in scena, forse anche per l’utilizzo del dialetto veneziano che rende difficoltoso l’abbattimento della quarta parete. Ma come ogni capolavoro che si rispetti, lo spettacolo riesce comunque a coinvolgere gli spettatori, soddisfatti di una serata di buon teatro in cui godere della recitazione di grandi attori.

Crisitna BARBATO (Milano)


Sior Todero brontolon
Testo: Sior Todero brontolon di Carlo Goldoni
Regia: Giuseppe Emiliani
Colonna Sonora: Giancarlo Chiaramello
Scenografia: Nicola Rubertelli
Costumi: Carla Ricotti
Interpreti: Tommaso Amadio, Marina Bonfigli, Giulio Bosetti, Federica Castellini, Sandra Franzo, Eleonora Fuser, Alberto Mancioppi, Francesco Migliaccio, Franco Santelli, Umberto Terroso.
Produzione: Vortice - Teatro Fondamenta Nuove, Teatro Carcano , Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni”

Roma : Teatro Quirino ETI Vittorio Gassman . Dal 27/03/2008 al 20/04/2008






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